Il femminile si è definito nel corso del tempo, entro spazi assegnati o negati, resi visibili o ridotti al silenzio, per sottrazione o per eccesso. Confini che mutano forma, ma raramente funzione: tracciati dal potere, custoditi dalla cultura, sedimentati nel linguaggio. Prendendo le mosse dagli archetipi femminili del mito classico, il panel interroga ciò che di quelle forme si è depositato nelle istituzioni, nelle narrazioni e nei dispositivi della rappresentazione, Attraverso prospettive diverse, filosofica, teatrale, antropologica, storica, narrativa, artistica, si osserva un movimento: quello dei margini che si ridefiniscono, si oppongono o si dissolvono, rivelando i meccanismi che li sostengono e le forme attraverso cui possono essere trasformati.
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