Enit e Taobuk insieme per promuovere un progetto di riscoperta della città nel solco della letteratura, dell’arte e del cinema.
È “Taormina Cult”: un circuito culturale in 21 tappe che ripercorrono le orme di scrittori, artisti e intellettuali di tutto il mondo e di ogni epoca. Un mosaico complesso di storia, di immagini, di aneddoti e di idee, fatto di tasselli preziosi che hanno il volto dei premi Nobel e dei grandi protagonisti della storia. Come Thomas Mann, John Steinbeck, Ernest Hemingway.
E ancora registi, pensatori e romanzieri, abbagliati dalla visione di un luogo che Alexandre Dumas descriveva con una parola: “estasi”.
Se la Sicilia, per dirla con Bufalino, soffre di un “eccesso di identità”, Taormina, dal canto suo, le compendia tutte, trovando una sintesi irriproducibile di quella centralità mediterranea che fa dell’Isola una “cerniera nei secoli fra la grande cultura occidentale e le tentazioni del deserto e del sole, fra la ragione e la magia, le temperie del sentimento e le canicole della passione”. Discutere del suo genius loci significa realizzare quanto grande sia il debito che Taormina ha contratto con gli artisti, i viaggiatori, gli scrittori che l’hanno sognata, amata, frequentata.
Taormina, non città siciliana, ma sintesi di tutte le città di Sicilia, è la porta del Mediterraneo. Luogo d’elezione di icone immortali come Greta Garbo e Marlene Dietrich. Ricordando questa osmosi tra l’imponente eredità immateriale e la missione del Festival, Mario Vargas Llosa ha definito El milagro de Taobuk la trasformazione della città in occasione della cinque giorni letteraria, allorché le sue vie, i bei palazzi medievali, gli alberghi che hanno riempito le cronache mondane dalla Belle Époque ai giorni nostri, i caffè e le piazze simbolo dell’indimenticabile stagione della Dolce Vita si animano per accogliere gli eventi e il pubblico del Festival.
Taormina Cult è un viaggio attraverso i luoghi simbolo che portano il mondo intero a Taormina, e Taormina nel mondo.
Il Grand Hotel Timeo che ebbe ospiti Thomas Mann, il Kaiser Guglielmo II, Richard Wagner, Jacqueline Kennedy ma anche Luigi Pirandello, Giuseppe Ungaretti, Salvatore Quasimodo e Leonardo Sciascia. Piazza IX Aprile nei cui bar trascorrevano le giornate Truman Capote, Winston Churchill, Michelangelo Antonioni e Vitaliano Brancati. Casa Cuseni che vide passare per le sue stanze Tennessee Williams, Pablo Picasso, Bertrand Russel e D.H. Lawrence. L’Hotel San Domenico che fu palcoscenico di magistrali interpretazioni e il palcoscenico vero e proprio del Teatro Greco, sul quale furono omaggiati, tra gli altri, Audrey Hepburn, Ingrid Bergman, Lawrence Olivier, Cary Grant e Marlene Dietrich. Una trama preziosa di luoghi, pubblici e privati, attraverso il filo invisibile delle vite delle grandi icone del passato che in questi vicoli, palazzi e ville soggiornarono, tra tentativi di fuga nell’anonimato, ricerca di ispirazione e rifugio dagli scandali.