Albert Camus definiva il Mediterraneo “uno spazio breve che suggerisce l’infinito”. Questo mare, pur rappresentando solo l’1% della superficie acquea globale, è cruciale per l’Europa e l’Italia: tre continenti vi si affacciano, vi transita il 20% del traffico marittimo e il 65% di quello energetico europeo. Il concetto di Mediterraneo Allargato riflette il suo ruolo strategico in una rete globale di rotte marittime, che collegano Asia ed Europa attraverso Malacca, Bab el-Mandeb, Suez e Gibilterra. Il parziale disimpegno USA ha lasciato spazio all’attivismo di Turchia, Russia e Cina, mentre l’UE fatica a emergere come attore coeso, frenata da divisioni interne e da una burocrazia complessa. Un partenariato mediterraneo richiede una strategia integrata tra sicurezza, energia ed economia, come nel Piano Mattei, ancora in fase embrionale. Le sfide includono la vulnerabilità dei cavi sottomarini, le tensioni per le risorse energetiche, gli attacchi Houthi nel Mar Rosso e le crisi regionali. Inoltre, la “flotta fantasma” russa elude le sanzioni, mentre migrazioni e instabilità minacciano l’intera regione. Tuttavia, il Mediterraneo offre enormi opportunità economiche e strategiche.
Giorgia Meloni ha evidenziato il potenziale del progetto Imec, un corridoio infrastrutturale tra Europa, Medio Oriente e India, mentre Ursula von der Leyen ha creato una direzione generale per il Mediterraneo, segnale di un cambio di approccio europeo.