L’identità secondo Arnaldo Pomodoro: “L’antenna del tempo” è il visual di Taobuk 2024 

Un ponte tra passato e futuro, l’unione tra mondi diversi, tra ego e alteron. Tutto si evolve nel turbinio del divenire. Le frecce del neolitico, armi di guerra e di sopravvivenza, sono nella contemporaneità puntatori del mouse per accedere a universi altri.
Tutto cambia. Ciò che resta è l’identità. Nascosta a volte, chiusa dentro forme geometriche affilate come lame. Ma è lì che preme, con una forza quasi ancestrale, per venire fuori. In quella lotta per affermare chi siamo, che è stata e che sempre sarà.
C’è tutto questo nel visual realizzato da Arnaldo Pomodoro, “L’antenna del tempo”, per la quattordicesima edizione di Taobuk, dedicata appunto al tema dell’identità. Identità in divenire, identità che combattono per affermarsi, identità imprigionate, identità conquistate, taciute, ignorate, rivelate. Identità singole, di popoli interi, di mondi e tempi lontani eppure comunicanti. C’è una verticalità nelle forme geometriche di Pomodoro, che è come un anelito verso l’universale, un elevarsi che procede per spaccature e fratture, aprendosi in faglie, in un terreno di particelle contenente ciascuna il proprio vuoto.

Tutto, nell’artista di Montefeltro, è eterno e insieme precario, ancestrale e avanguardistico, pieno e vuoto. Tutti conoscono le sue sfere di bronzo, simbolo della contemporaneità e già consegnate alla memoria del futuro. Pomodoro, uno dei più grandi scultori viventi, con le sue visioni fatte materia ha forgiato un microcosmo in cui ogni cosa sembra sul punto di rivelarsi o di sgretolarsi nell’oblio. Ha scolpito opere d’arte acclamate in tutto il mondo e con sue le opere d’arte ha scolpito la storia, diventando il Maestro del postmodernismo. E adesso ha voluto sintetizzare il concetto di identità, intorno a cui ruota quest’anno il festival, in un’immagine ricca di significato che scava nell’inconscio e parla a ciascuno di noi, varcando le strettoie dello spazio e i limiti del tempo.
“Per l’edizione 2024 di Taobuk, dedicata al tema delle identità, ho pensato a un’antenna ideale come segnale di collegamento tra futuro e passato e di unione tra mondi diversi – spiega Pomodoro – Mi sono ispirato alla freccia, elemento grafico e archetipico che, nella sua valenza simbolica dai molteplici e variegati significati, rappresenta anzitutto il collegamento tra la preistoria e la contemporaneità: dalle frecce del neolitico al puntatore del mouse nel computer”. La freccia, d’altronde, è un elemento che torna nelle sue opere. “Nel mio studio – osserva lo scultore – il riferimento alla freccia è evidente tanto nella solida verticalità della forma triangolare quanto nei segni astratti ed emblematici tracciati al suo interno”.

Come sottolinea Antonella Ferrara, presidente e direttore artistico di Taobuk: “Desidero porgere un ringraziamento profondo e sentito a un grandissimo artista del nostro tempo. Quest’anno il genio di Pomodoro illumina Taobuk e, con ‘L’antenna del tempo’ negli occhi, ricorderemo che la clessidra scorre e che l’identità, come una forza primordiale, rivendica tempo e spazio”. Ed è quello che accadrà dal 20 al 24 giugno a Taormina.