Riflettere sull’idea di Confini, portarla a tema dell’edizione 2025 di Taobuk, che celebra il quindicesimo anniversario del Festival, ci è sembrata un’urgenza di tale stringente attualità che sottrarci a questa sfida è stato impossibile. Il contemporaneo è materia viva, paesaggio antropico e sociale, interconnesso e mutevole, naturale e politico, collettivo e intimo, nel suo inesauribile intreccio di Sé e Storia.
I confini ne interrogano i crinali più lacerati e rivelatori e al tempo stesso portano in nuce – in un unico terreno dialettico – il dono di ogni promessa di incontro. Radicato nell’etimo cum finis vive il senso primigenio di quella soglia che sa farsi prossimità, quel limine che diviene immagine di mondi altri nei quali ritrovarci in visoni speculari. Esattamente qui, su questo orizzonte di complessità e sfide, rifulge il profilo delle società di domani.
L’edizione 2025 di Taobuk ha chiamato a raccolta alcune tra le personalità di maggior rilievo della cultura e della politica internazionale per interrogarsi sul portato cruciale dei confini come luoghi di interazione, di scambio, di coesione e divisione: luoghi dell’anima, del corpo e della mente, della scienza e del paesaggio, dell’esperienza umana e politica, in cui più profonda si sente la prossimità di un altrove congiunto.
Oggi più che mai sentiamo l’urgenza e la responsabilità dell’esercizio di una libertà civile e intellettuale che sia autentica: una libertà che può essere tale solo nella pratica condivisa dell’integrità e del dialogo, dentro l’orizzonte sociale che l’umano abita e plasma, interroga e trasforma, nutre e interpreta.
Abbiamo bisogno di spazi che sappiano accogliere lo sguardo di chi interroga il presente coltivando la saggezza del dubbio e della domanda — luoghi in cui la riflessione diventi forma di desiderio: desiderio di futuro, di senso, di possibilità. Solo ascoltando le voci capaci di abitare questa complessità potremo davvero iniziare a immaginare le società che verranno.
L’edizione 2025 di Taobuk è quindi nel segno di un profondo anelito di futuro, del sogno di rinnovate Agorà create da uomini in libero, partecipato, aperto, rispettoso incontro. All’interno di un ricchissimo programma di incontri, attendiamo con grande gioia gli interventi degli intellettuali, scrittori e artisti che hanno saputo raccontare, con respiro internazionale, le molte geografie dei confini – mutevoli e fisici, storici e immaginifici, emozionali e politici – in paesaggi interiori e toponomastiche letterarie. È nell’atto di fede nella parola scritta, che risiede il portato taumaturgico della Letteratura, nel desiderio che pone i nostri più privati attraversamenti nel tumultuoso affresco della grande Storia.
Ancora una volta, la letteratura abita i luoghi dei nostri molteplici infiniti – delle nostre più private odissee – per illuminare un esercizio di sguardo che travalichi le nostre solitudini. Consapevoli che solo dall’elusione di un’idea inesorabile di confine, solo in una pratica di corrisposto ascolto, il seme di giustizia e dialogo che ci auguriamo per le società di domani potrà germogliare, vi attendiamo a Taobuk.