Emilio Isgrò. Le Sicilie

L’editoriale di Antonella Ferrara

La cancellatura dei Malavoglia, un immenso libro aperto nella piazza centrale di Taormina, lieve come una farfalla, e Le Sicilie nella ex Chiesa di S. Agostino, sono la risposta di un grandissimo artista come Emilio Isgrò a un appello. Sì, perché l’incontro tra il maestro siciliano della cancellatura e Taobuk nasce da un invito a realizzare un’opera speciale qui a Taormina, in Sicilia, al centro del Mediterraneo.

Non si trattava di un’opera qualsiasi: perché cancellare in Sicilia Giovanni Verga nel centenario della sua morte ha un significato profondo, ulteriore. Il padre del Verismo, tra i più grandi scrittori europei, con il ciclo dei vinti ha dato voce agli ultimi, schiaffeggiati dall’urto del destino e della Storia. Personaggi marchiati da un pessimismo rassegnato che ritroviamo anche in altra letteratura siciliana, con diversi accenti e linguaggi in Pirandello, Brancati, Sciascia, Consolo, Tomasi di Lampedusa. Ecco perché la cancellatura di Isgrò de I Malavoglia, con la sua tecnica inconfondibile che nega la parola per riaffermarla e caricarla di nuova forza, è un potente messaggio di speranza: che parte proprio qui, dal Sud del Paese. Questa grande opera in piazza IX Aprile, cuore di Taormina, sulla base della prima edizione digitalizzata de I Malavoglia trasfigura le parole che la compongono come in una farfalla, che si libra con lievità. E’ un segno di rinascita che non può prescindere dalla fotografia della realtà realizzata da uno dei padri della letteratura contemporanea: ma la trasforma, cancellando questo senso di rassegnazione. Per innalzarsi e tendersi verso intersezioni, scambi e contaminazioni, che sono poi la cifra del festival: verso il Mediterraneo, di cui siamo il centro.

Le opere di Isgrò a Taobuk – con Le Sicilie a fare da ideale prosecuzione della cancellatura de I Malavoglia – sono il messaggio dirompente di un artista internazionale che torna nella sua terra d’origine. In una città che palpita di stratificazioni: la somma dei popoli che l’hanno abitata. La Sicilia, con le sue tre punte che guardano ai diversi continenti, crocevia di culture, può davvero diventare la Bruxelles del Mediterraneo per la sua centralità strategica. A partire da questa piazza che guarda l’Etna, nella prima colonia greca dell’isola. E da un festival che, partendo dal libro e dalla letteratura, innesca l’incontro con le altre arti: e queste opere inedite di Emilio Isgrò sono qui a raccontarcelo”.

 

Antonella Ferrara,
ideatrice, presidente e direttore artistico di Taobuk

Emilio Isgrò. Cancellare per ricordare

«Se è vero che si nasce e che si muore, allora è vero che io sono nato e che ancora non sono morto. Sono nato infatti il 6 ottobre 1937 a Barcellona Pozzo di Gotto, in provincia di Messina». Si apre così Autocurriculum, l’autobiografia di Emilio Isgrò, un lungo racconto che procede (e non potrebbe essere altrimenti) per cancellature, salti nel tempo, ritorni. La sicilitudine dell’artista non è mai scomparsa, nonostante il suo allontanamento, al pari del suo accento. Lo dimostra questa serie di Sicilie, epifanie insulari che scrivono e riscrivono una storia, come certe novelle medievali che venivano riportate di viaggio in viaggio e arrivavano ogni volta differenti. Una serie che viene simbolicamente «aperta» da una cancellatura speciale, nella piazza principale di Taormina, un omaggio a Giovanni Verga nel centenario della sua morte: con La Farfalla dei Malavoglia Emilio Isgrò si lancia in un’indagine personalissima nel romanzo più famoso dello scrittore siciliano, non vuole essere solo l’invito a rileggere Verga. Ma un punto di partenza per esplorare il suo universo, che è fatto di una profonda, inesauribile umanità. Ed è anche un legame tra la Sicilia e il resto del mondo: così come il Verismo unì l’isola e Parigi, così il messaggio di Verga oggi qui diventa una rete di sensibilità, culture e lingue mediterranee.

Roberta Scorranese

Emilio Isgrò. Le Sicilie. La mostra, in programma dal 16 al 20 giugno nell’ex chiesa di Sant’Agostino in Piazza IX Aprile, è organizzata da Taobuk  dalla Fondazione Sicilia, dall’Archivio Emilio Isgrò con il patrocinio di Città di Taormina e il supporto del Parco Archeologico Naxos Taormina.  A a cura di Roberta Scorranese, Antonella Ferrara Marco Bazzini.

L’esposizione proporrà una preziosa selezione di opere di Emilio Isgrò che ripercorrono il legame del grande artista con la Sicilia.

Nell’ex chiesa di Sant’Agostino, proporrà opere come Palermo (1983), Aci Trezza (2006), La Giara di Gorgia (2015), una selezione supervisionata dal maestro che esprime il legame con le sue origini.

La mostra si interseca con la vicenda letteraria di un altro grande siciliano: la memoria di Giovanni Verga, nel centenario della morte del padre del Verismo. Isgrò omaggerà lo scrittore catanese con una cancellatura speciale La farfalla dei Malavoglia, dedicata al romanzo più rappresentativo della poetica verista.  L’installazione troverà posto in piazza IX aprile.