I percorsi tematici di Taobuk 2025

40 anni dalle Lezioni americane di Italo Calvino e dalla sua scomparsa: l’eredità e la riscoperta del Metodo Calvino come bussola per la complessità. Perché quelle lezioni altro non erano che una raffinata riflessione proprio sui confini, le demarcazioni sottili e sfuggenti tra gli opposti: Leggerezza e Pesantezza, Rapidità e Lentezza, Esattezza e Verosimiglianza, Visibilità e Invisibilità, Molteplicità e Unicità.

Curati da Massimo Sideri, giornalista e docente presso Università LUISS, e realizzati in collaborazione con l’Università di Messina, i sei incontri offrono una guida per comprendere quale sia l’eredità delle Lezioni americane, a partire dal titolo originale: Six memos for the next millenium. Il nostro millennio. Quello in cui viviamo e in cui sempre di più appariamo smarriti proprio di fronte a quella tecnologia con cui Calvino amava giocare mentalmente, interrogandosi sul futuro ma anche dandosi delle risposte come la famosa predizione del dominio del software sull’hardware. La sezione tematica su scienza, tecnologia, cultura umanistica e innovazione vuole essere così una riflessione sulla società con i protagonisti dell’attualità partendo dai capitoli delle lezioni.

Insieme a Sideri ne discuteranno fra gli altri Roberto Battiston, già Presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana; Derrick De Kerckhove, sociologo e teorico delle scienze della comunicazione; Luciano Floridi, direttore del Digital Ethics Center dell’Università di Yale; Christian Greco, direttore del Museo Egizio di Torino; Giorgio Metta, direttore scientifico dell’Istituto Italiano di Tecnologia; Carlo Ratti, architetto e docente presso il Massachusetts Institute of Technology; Giuseppe Riva, docente presso Università Cattolica e Massimo Chiriatti, autori del paper The case for human–AI interaction as system 0 thinking; Maria Rosaria Taddeo, filosofa, Università di Oxford; Oreste Pollicino, costituzionalista dell’Università Bocconi; Franco Malerba, primo astronauta italiano; Valentina Sumini, space architect, MIT;  Maria Chiara Carrozza, presidente CNR; Fabiola Gianotti, Direttrice Generale del CERN; Giovanni Allevi, pianista e compositore; Evelina Christillin, Presidente del Museo Egizio di Torino; Francesco Profumo, Presidente di Isybank; Alessandro De Pedys, Direttore Generale per la Diplomazia Pubblica e Culturale del Ministero degli Affari Esteri; Cosimo Accoto, filosofo e ricercatore MIT; Andrea Prencipe, economista, Università LUISS; Marco Aime, antropologo; Anna Christina Nobre, docente presso l’Università di Yale; Jeffrey Schnapp, designer, storico e italianista; Barbara Mazzolai, Direttore associato di Robotica presso l’Istituto Italiano di Tecnologia; Ramin Barhami, pianista.

La prima direttrice di programma muove dall’etimologia di confine; ciò che separa unisce, se il fine è comune. E in quest’ottica individua corrispondenze nelle voci più influenti della letteratura contemporanea.

La saggista Zadie Smith (20 giugno) ha saputo dare forza alle tensioni sociali, culturali e identitarie che definiscono il mondo contemporaneo: dalla gentrificazione alla disuguaglianza, dal multiculturalismo alle dinamiche familiari fino al progresso tecnologico, in una frantumazione dei confini che separano culture, persone e storie.  L’autrice dialogherà con Antonio Monda, scrittore, regista e saggista.

Melania Mazzucco (20 giugno) in Silenzio. Le sette vite di Diana Karenne (Einaudi) crea una figura femminile segnata dalla continua reinvenzione di sé, mettendo in discussione il limite di un’identità fissa e immutabile, valorizzando il “silenzio” quale spazio sonoro di echi verso le più ampie libertà: essere, diventare, trasformarsi.

Emanuele Trevi (20 giugno) oltrepassa le barriere tra il vissuto e l’immaginato, tra il ricordo e la sua trasfigurazione narrativa. La riflessione sul confine non è mai una pura astrazione, ma una tensione viva, in equilibrio instabile tra l’autobiografia e la critica, tra l’analisi del reale e l’invenzione letteraria.

Alessandro Piperno (21 giugno), in Ogni maledetta mattina. Cinque lezioni sul vizio di scrivere (Mondadori, 2025), conduce il lettore dietro le quinte dell’atto creativo, indagando la scrittura come esercizio di stile, passione sviscerata e vertigine profonda. Un’occasione per scoprire come lo scrittore Premio Strega viva confine tra l’autore e l’uomo.

Susanna Tamaro (21 giugno) esplora temi fondamentali quali la ricerca di senso, la fragilità delle relazioni, l’urgenza di riconciliazione con il mondo interiore ed esteriore. L’autrice di Va’ dove ti porta il cuore (Solferino) ha saputo costruire ponti tra anime e culture, restituendo alla letteratura la sua missione più alta: illuminare il senso dell’umano e del mondo e rivelando il potere trasformativo della parola.

Peter Cameron (21 giugno) dipana il sottile intreccio tra solitudine e connessione, dove le frontiere dell’identità, dell’amore e della comprensione si sfumano. Come in Un giorno questo dolore ti sarà utile (Adelphi) ci ricorda che siamo contemporaneamente insieme e soli, alla ricerca costante di comprensione, di noi stessi e degli altri. Una visione che esalta il potere della letteratura come luogo di empatia, rivelazione e trasformazione.

Amélie Nothomb (21 giugno), la cui opera è pubblicata in Italia da Voland, ha il dono di smantellare ogni confine, che sia culturale, emotivo o esistenziale, in un prisma di prospettive che esortano a ripensare i confini in sé stessi e nei legami con gli altri, a sondare la soglia tra separazione e continuità. A riprova della profonda sensibilità di una narratrice, assegnataria di riconoscimenti tra cui il Grand Prix du roman de l’Académie Française, il Prix Internet du Livre, il Renaudot e lo Strega, dalle molteplici sfumature, dove il confine diventa luogo di trasformazione.

Agnese Pini (22 giugno) in La verità è un fuoco (Garzanti) affronta il confine tra parola e silenzio, restituendo alla scrittura il compito di interrogare le verità sospese dell’infanzia e delle relazioni più intime. Una riflessione sul valore della memoria e sul prezzo dell’autenticità.

Matteo Collura (23 giugno) nella lectio magistralis Così è Pirandello (se vi pare) descriverà il Girgentano oltre l’aura moralistica che lo circonda, ma sempre avanti nei tempi della creatività e per questo incompreso e osteggiato. Collura – scrittore, giornalista, storico collaboratore del Corriere della Sera, nonché amico e biografo di Leonardo Sciascia – vanta altresì una profonda conoscenza dell’animo pirandelliano, diviso tra genialità e sofferenza e capace di trasformare il proprio dolore in teatro e letteratura immortali.

Lally Masia (23 giugno) indaga i margini dell’identità con Al di là della regione (Leone Editore), romanzo teso tra attrazione e perdita, menzogna e verità. Un viaggio nelle ambiguità del desiderio e del potere, dove ogni confine si fa soglia di trasformazione.

Lo scrittore e giornalista Alessandro Robecchi (23 giugno), autore della serie noir con protagonista Carlo Monterossi in Tallone da killer (Sellerio) dipinge un affresco penetrante attraverso un vortice di intrighi e colpi di scena. Un romanzo che non solo esplora la disillusione dei nostri tempi, ma anche il paradosso di un crimine che, in un mondo sempre più dominato dalla disparità sociale, diventa un affare di lusso.

Il termine latino limes, opposto a cum-finis, annuncia una chiusura. Eppure non sono da escludere altre linee di connessione lungo la Storia e in mezzo alle storie. Una via seguita da scrittori e saggisti che si interrogano appunto sul bilancio del passato recente per la costruzione di un futuro migliore.

Lo conferma la prosa ‘umana’ di Yasmina Khadra (20 giugno) pseudonimo di Mohamed Moulessehoul che per eludere la censura militare, ha adottato il nome della moglie, rendendo sé stesso libero di raccontare l’altra riva del Mediterraneo, offrendo uno sguardo empatico sulle vicende dell’Algeria, dipingendo un affresco storico e morale di un’epoca divisa tra oppressione ed emancipazione, colonialismo e resistenza morale.

Javier Cercas (20 giugno), cantore della Spagna e della storia recente dell’Europa, plasma e fonde romanzo, saggio e memoria. Si approccia al conflitto dell’identità come un atto letterario e sfida anzi il lettore a confrontarsi con la complessità dell’eredità storica, in un atto di mediazione e conciliazione degli opposti, unendo i confini tra vero e immaginato. Da Soldati di Salamina al recente Il folle di Dio alla fine del mondo, entrambi editi da Guanda, seleziona i ritagli della storia sedimentati nella memoria collettiva ricostruendo un universo di finzione tra presente e memoria, letteratura e realtà.

A Taobuk per un incontro realizzato in collaborazione con l’Ambasciata di Spagna in Italia, Cercas sarà in dialogo con Antonio Spadaro, Sottosegretario del Dicastero Vaticano per la Cultura e l’Educazione. Nel corso dell’appuntamento l’Ambasciatore spagnolo Miguel Fernández-Palacios conferirà allo scrittore il Taobuk Award.

Vibrante, visionaria è Gioconda Belli (20 giugno) scrittrice e poetessa nicaraguense, che ha partecipato attivamente al movimento sandinista contro la dittatura di Somoza. Una penna appassionata che nella sua opera intreccia magistralmente vicende personali e collettive attraversando confini geografici, politici e interiori, che non sono barriere insormontabili né linee di divisione, ma luoghi ricchi di significati e spazi profondi di crescita umana, dove tradizione e modernità, appartenenza e autonomia si incontrano e si confrontano. In dialogo con Juan Carlos Reche Cala, Direttore Instituto Cervantes Palermo, co-promotore dell’appuntamento.

La giornalista e documentarista Monica Maggioni (20 giugno), attualmente direttrice editoriale per l’offerta informativa della Rai, presenta il suo Spettri (Longanesi) per scandagliare la memoria collettiva alla ricerca di nodi irrisolti: il rimosso della storia, le colpe dell’Occidente, la miopia con cui spesso si affrontano le crisi internazionali.

In Guerra o pace (Solferino), Giulio Tremonti (22 giugno) propone una riflessione lucida e inquieta sull’ordine globale che si va ridefinendo. Tra conflitti ibridi, egemonie in mutamento e nuove forme di potere, l’Europa si scopre marginale: un’indagine che interroga il confine sottile tra equilibrio e caos.

Antonio Monda (22 giugno) ha con la cultura americana un rapporto assoluto: dall’approdo nella Grande Mela al successo internazionale tra letteratura e cinema, ha costruito legami con leggende dell’arte che racconta in Incontri ravvicinati (La nave di Teseo): da Meryl Streep ad Al Pacino, da Muhammad Ali a David Foster Wallace e Martin Scorsese, da Ingrid Bergman a Stephen King e Cate Blanchett, fino a Philip Roth, Robert De Niro, Gore Vidal.

Ferruccio De Bortoli (22 giugno) parte dal suo libro Ritorno alle origini (Solferino) che raccoglie le parole e la consapevolezza dei Padri dell’Europa unita: da Schuman a De Gasperi, da Adenauer a Spinelli. Un invito a riscoprire le radici comuni del progetto europeo, in un tempo che sembra aver smarrito la propria memoria fondativa.

Silvia Mantini (22 giugno) esplora, attraverso Reti d’Europa (Laterza), la figura di Margherita d’Austria come paradigma di una modernità precoce, capace di abitare il potere oltre i confini di genere e nazione. Un’occasione per ripensare l’Europa da una prospettiva al femminile e transfrontaliera.

Nelle dense pagine di Col buio me la vedo io (Einaudi), la giornalista e scrittrice Anna Mallamo (23 giugno) ci trasporta nella Calabria degli anni ’80 in un romanzo di formazione sull’audacia di oltrepassare i limiti imposti dalla paura e dal silenzio.

Con Io, Winston (Solferino) Gabriele Genah (23 giugno) compone un ritratto personale e spiazzante di Churchill, attraversato da ombre e visioni, dando vita a un racconto in bilico tra realtà e invenzione, dove l’identità si fa teatro interiore e la memoria diventa spazio di conflitto.

Alfio Bonaccorso (23 giugno), direttore esecutivo di Taokuk, è l’autore di A Taormina (Giulio Perrone Editore), pellegrinaggio letterario e artistico nel genius loci della città, “paradiso di esuli’’ eccellenti, quali erano Roger Peyrefitte, Oscar Wilde, D.H. Lawrence, Truman Capote e John Steinbeck.

Luca Mastrantonio (23 giugno), giornalista del Corriere della Sera, nel suo libro Piombo e latte (Bompiani) racconta l’Italia attraversata dalla lotta armata, dalle stragi e dall’avvento della televisione. Il “latte” dell’infanzia si mescola al “piombo” delle cronache.

Luigi Chiara (23 giugno), con Le mafie tra continuità e mutamento (Carocci), traccia la mappa mutevole del crimine organizzato, là dove legalità e illegalità si sfiorano. Una lettura che invita a riconoscere i nuovi confini della minaccia e il loro impatto sul tessuto democratico

Un’altra prospettiva sul tema è offerta da questo percorso tematico che scava nel profondo della filosofia, nella psicanalisi e nella spiritualità.

Maura Gancitano (20 giugno) interroga il rapporto tra libertà e intimità in Erotica dei sentimenti (Einaudi), un manifesto contro i modelli affettivi normativi. La cura di sé diventa gesto politico, l’educazione sentimentale un cammino per riconoscere il proprio desiderio e abitarlo pienamente.

Salvo Noè (20 giugno) in Nutrire la mente (San Paolo Edizioni) affronta il legame tra emozioni e alimentazione, restituendo al cibo una dimensione interiore. Un invito a nutrire corpo e psiche in modo consapevole, alla ricerca di un’armonia che nasce dall’ascolto profondo di sé.

Lo psicanalista e saggista Luigi Zoja (20 giugno), autore di Narrare l’Italia. Dal vertice del mondo al Novecento (Bollati Boringhieri), protagonista di una riflessione critica sulle linee che hanno disegnato il nostro Paese, restituendo un’immagine complessa del vissuto collettivo.

In tempi di guerra, la lectio magistralis di Massimo Recalcati (21 giugno) indaga, tra le passioni costitutive dell’essere umano, quella che investe l’esistenza stessa dell’Altro. A partire dal suo saggio Sull’Odio (Castelvecchi), lo psicanalista esplora il volto oscuro delle relazioni umane, mettendo in luce la negazione del dialogo e l’annientamento simbolico dell’altro.

Una riflessione aperta tra fede e creatività è quella che offrirà a Taobuk Antonio Spadaro, gesuita, sottosegretario del Dicastero Vaticano ed esegeta appassionato d’arte, a partire dal suo ultimo libro Spiritualità (Marsilio), scritto in dialogo con Michelangelo Pistoletto, maestro dell’arte contemporanea (21 giugno). Una conversazione per avere accesso alla meraviglia dell’universo, quella tangibile solo a chi osa credere nella bellezza oltre i confini del conosciuto. 

Massimiliano Ossini (22 giugno) ripercorre in Un passo dalla vetta (Rai Libri) l’ascesa al K2 come esperienza di limite e consapevolezza. Tra gelo, altitudine e fatica, il confine fisico si intreccia con quello interiore, in un racconto che parla di fiducia, coraggio e scoperta dell’essenziale.

Shara Pirrotti (22 giugno) dà voce, in Guariti per amare (Anima Edizioni), a chi ha attraversato la ferita dell’abuso e scelto la via della ricostruzione. Una narrazione potente che sfida il silenzio e apre uno spazio di ascolto dove l’amore torna a essere scelta libera.

La sezione proporrà conversazioni, dibattiti e talk dedicati a celebrare il valore delle arti nel creare ponti, capaci di trascendere limiti e condizionamenti del tempo presente.

Ai Weiwei (20 21 giugno) è l’artista che più di ogni altro oggi celebra la libertà parlando al mondo con il fine di abbattere ogni confine e travalicare ogni divisione. La sua voce dissidente di attivista ha trovato nell’arte spunto di denuncia sociale e politica. Dall’installazione Arch a Stoccolma, esaltazione di un mondo senza confini, all’opera Good Fences Make God Neighbors che indaga il tema globale delle migrazioni e dei confini geografici, fino ai social media che, secondo l’architetto cinese, ridefiniscono l’essere umano in un’identità senza barriere. In dialogo con Arturo Galansino, direttore della Fondazione Palazzo Strozzi.

Le Ninfee #1 di Ai Weiwei per esplorare i limiti del concetto di confine. Grazie alla collaborazione del Comune di Taormina, del Parco Archeologico Naxos Taormina, della Fondazione Palazzo Strozzi, di Galleria Continua e con il sostegno di ENEL, Ai Weiwei esporrà a Palazzo Corvaja per la prima volta nel nostro Paese Le Ninfee #1. L’installazione, con la curatela di Arturo Galansino, Direttore Generale di Fondazione Palazzo Strozzi, è la più grande opera realizzata dall’artista con mattoncini Lego a partire dal capolavoro Le Ninfee di Claude Monet. Un’opera sovversiva, sorprendente e incisiva che nell’uso dei Lego capovolge la sublimità dell’impressionismo, in una tensione tra naturale e artefatto, artigianale e industriale, costruzione e decostruzione, da sempre cara all’artista cinese. Weiwei, però, aggiunge una porta al dipinto di Monet, un’apertura che dall’onirico diventa accesso a una realtà brutale e concreta: la provincia dello Xinjiang, dove l’artista e suo padre vivevano in confino forzato durante gli anni ’60. Torna, ancora una volta, il concetto di confini nella sua accezione più brutale ma reversibile: se dalla bellezza si accede all’oscurità, possibile è anche l’inverso e la soglia, ripercorsa al contrario, torna alla bellezza, in un dialogo che trasforma la divisione e la rende continuità.

Cinema, attivismo e visione sociale sintetizzano il percorso di Whoopi Goldberg (22 giugno) tra genio creativo e autenticità umana. Un’altra icona vivente che ha abbattuto le frontiere, facendo di ogni confine un’opportunità di trasformazione, assicurando un impegno concreto per i diritti civili, la lotta contro il razzismo, la difesa della comunità LGBTQ+. Tra le poche artiste ad aver vinto un Emmy, un Grammy, un Oscar e un Tony Award, ha elevato un inno accorato e intelligente per un cambiamento reale e profondo.

Il regista e sceneggiatore Gabriele Salvatores (22 giugno), Premio Oscar per il miglior film straniero con Mediterraneo, sarà a Taobuk per ripercorrere il suo alfabeto poetico, tra realtà e sogno, memoria e futuro, contaminazione di generi e sperimentazione, facendo della ricerca e dell’umanesimo la propria cifra distintiva. In dialogo con Federico Pontiggia, curatore della Sezione Cinema del Festival Taobuk.

Monica Guerritore (22 giugno) incarna l’essenza dell’attrice totale, magistrale nell’attraversare con intensità i confini tra teatro e cinema, dramma e commedia, introspezione psicologica e grandi epopee storiche. La sua carriera pluripremiata e costellata di interpretazioni iconiche è un itinerario nell’umano, con una profondità emotiva che scuote e ispira il pubblico.

Pierfrancesco Favino (22 giugno), tra gli attori più acclamati del panorama mondiale, continua ad imporsi in forza di un’autenticità che valica il confine tra interprete e personaggio, conferendogli la rarissima dote di modellare identità e incarnare emozioni. La stessa che nel corso della sua carriera gli ha ottenuto importanti riconoscimenti e lo ha visto protagonista di produzioni internazionali. In dialogo con Federico Pontiggia.

Questa sezione di programmazione propone letture e indagini sul presente, tra umanità e natura, progetti di futuro e visioni di progresso. Dibattiti che affrontano più ampiamente sviluppi concreti e potenziali in un’ottica interdisciplinare.

In questa direzione porta la visione dell’architetto Mario Cucinella (20 giugno) che nel suo libro Città Foresta Umana (Einaudi), scritto con la giornalista del Sole 24 ore Serena Uccello, ricostruisce il profondo legame tra architettura e sostenibilità, in un’epoca in cui l’attenzione per l”ambiente è imprescindibile.

La farmacologa e senatrice a vita Elena Cattaneo (20 giugno) ci guida invece attraverso le vite e le scoperte delle studiose che con il loro fondamentale contributo stanno trasformando il panorama della ricerca. Scienziate. Storie di vita e di ricerche (Raffaello Cortina Editore) parla di confini superati tra discipline, stereotipi e realtà, tra aspirazioni personali e progresso collettivo, un cambiamento epocale che apre nuove strade per le ragazze di oggi e di domani.

La bellezza microscopica dell’infinitamente piccolo nel libro Victoria’s Cells di Vittoria Lombardo (23 giugno), citopatologa e docente universitaria, che trasforma immagini microscopiche in vere e proprie opere d’arte.

Un vero e proprio transito d’introspezione e crescita personale è quello raccontato da Diana Lorena Camerini (23 giugno) in L’inverno si trasforma sempre in primavera (Linea edizioni). Un itinerario filosofico-religioso, attraverso la riflessione su temi universali – la salute, la guarigione, la morte – per andare oltre la superficie, affrontare le proprie paure, vivere.

La sezione analizza ricorrenze, testimonianze e opinioni intorno a temi-chiave del nostro tempo. Tra questi la riforma del sistema giudiziario.

Riflettori puntati sul presente, nel dibattito Giustizia penale internazionale in un nuovo ordine mondiale? (20 giugno), realizzato in collaborazione con Fondazione Vittorio Occorsio. Qual è il senso attuale del multilateralismo e come può il giudice rapportarsi alla nuova realtà? Ne discutono alcuni tra i maggiori rappresentanti del settore in una conversazione che, partendo dai grandi mutamenti della geopolitica, vuole riflettere sul rapporto tra sovranità nazionale e responsabilità internazionale, per ragionare sul futuro della legalità in un mondo in trasformazione. Intervengono: Rosario Aitala, Primo Vice Presidente della Corte Penale Internazionale; Francesco Paolo Sisto, Vice Ministro del Ministero della Giustizia; Nicoletta Parisi, Professoressa di diritto internazionale presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore.

Nuovi confini per la Giustizia? È questo l’interrogativo da cui muove l’incontro con il Ministro della Giustizia Carlo Nordio (20 giugno). La riforma resta un tema centrale nell’agenda politica, soprattutto dopo l’approvazione alla Camera della proposta di legge sulla separazione delle carriere. E il prossimo biennio sarà cruciale per raggiungere gli obiettivi concordati in sede europea: riduzione dei tempi dei procedimenti e digitalizzazione del processo penale di primo grado entro il 2025. A questi cambiamenti si affianca il dibattito sull’uso dell’Intelligenza Artificiale anche nel campo giudiziario, al centro dell’agenda del G7 sotto la Presidenza italiana. Per analizzare prospettive e nuovi confini di una giustizia più efficiente, innovativa e accessibile.

La Giustizia tra riforme e sfide globali è invece l’ambito di intervento del Procuratore Nicola Gratteri (21 giugno), a lungo impegnato nella lotta contro la ‘ndrangheta e dal 2023 Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Napoli, l’ufficio requirente più grande d’Italia. Un percorso che fa del magistrato calabrese una delle voci più autorevoli nel dibattito in corso. Nel suo ultimo libro Una cosa sola (Mondadori), esplora la trasformazione delle mafie moderne in potenti attori economici e politici, capaci di gestire capitali, riciclare denaro e influenzare istituzioni nei settori chiave della finanza, dell’energia e delle grandi opere. Un’occasione per riflettere sulla lotta alla criminalità organizzata e sulla necessità di riforme in grado di preservare democrazia e legalità.

A dialogare con il ministro Nordio e con il giudice Gratteri sarà la giornalista Elvira Terranova, curatrice degli appuntamenti dedicati a Giustizia e Legalità nell’ambito del programma del Festival.