Le parole come ponti. Per varcare le soglie senza violarle. Per abitare come spazio comune ogni frontiera. È questo il messaggio portante di Taobuk 2025, che ha attraversato il tema dei confini per riaffermare quanto sia irrinunciabile – e possibile – il rispetto reciproco. Vuoi nelle relazioni individuali che collettive, dentro noi stessi e in rapporto con l’altro. Chiudiamo la quindicesima edizione con la mente e il cuore colmi di gratitudine per la qualità dei contenuti proposti e per la risposta del pubblico.
In un contesto di crescente interconnessione, l’esigenza di abbattere i muri e adottare il lessico dell’accoglienza diventa infatti fondamentale per agire con responsabilità in un frangente turbato dal crescendo globale di violenza e intolleranza” ha detto la presidente e direttrice del festival, Antonella Ferrara. “E già un primo bilancio ci conferma di essere andati oltre le aspettative.
Autorevoli personalità – scrittori, artisti, scienziati, protagonisti della cultura e del pensiero civile – provenienti da ogni angolo del globo hanno portato il loro originale contributo esplorando il concept in tutte le sue sfumature: geografica e geopolitica, emotiva, identitaria, creativa.
Abbiamo viaggiato attraverso narrazioni che superano barriere e pregiudizi, celebrato memorie comuni – dai 70 anni della Conferenza di Messina che ha posto le prime basi dell’Europa unita ai 50 anni di Horcynus Orca – e immaginato nuovi orizzonti per il mondo pacificato che vorremmo.
Perché Taobuk ha sempre creduto nella forza del dialogo interculturale e ha scelto come agorà la Sicilia, che per stratificazioni storiche e retaggio torna a rivendicare la propria centralità nel Mediterraneo allargato. Diciamo, infine, grazie alle istituzioni, ai partner, alla comunità civile e artistica: ci congediamo da questa edizione proiettati già avanti, con entusiasmo sempre più vivo, verso ciò che potremo ancora scoprire insieme. Senza preconcetti, senza paura.